Arte terapia

Col corpo e col colore

Siamo sedute in cerchio, è un gruppetto di seconda generazione di immigrati, composto per lo più da ragazze. Abbiamo già fatto quattro o cinque incontri di Arte Terapia, alternati ad altri incontri solo di parola con un’altra psicoterapeuta. Ora che ne hanno fatto esperienza, c’è l’esigenza di tornare a parlare di come funziona e delle finalità dell’Arte Terapia.

Sottolineo la natura sia collettiva che individuale di ogni intervento, discutiamo su come, in alcuni momenti, si assottiglino i confini fra le persone, in modo che ognuno possa prendere ciò che gli serve dal mondo interno dell’altro. La base scientifica dell’Arte Terapia è nei neuroni specchio, che sono stimolati dal vedere un movimento, un atto compiuto da un altro essere vivente. Questi neuroni rispecchiano il movimento e ci permettono di cogliere le finalità dell’atto stesso. Una scimmia è in grado di capire le finalità di un atto, semplicemente guardando il movimento compiuto da un’altra scimmia. In realtà questo funziona con tutti i sensi: la scimmia che sente sbucciare una nocciolina capisce che cosa qualcuno sta facendo.

In una seduta di Arte Terapia, in cui ognuno fa qualcosa, sono amplificati questi rispecchiamenti, si crea una sintonia corporea fra tutti i partecipanti. Si crea come un “corpo collettivo” in modo che ognuno prenda quello che gli serve dall’altro e metta a disposizione i propri contenuti interni. In altri momenti, si ritorna alla produzione individuale, all’invenzione, alla creatività che è aumentata dal contatto e dal confronto con gli altri, in quanto ognuno vede tante altre possibilità per poter esprimere ciò che ha dentro. Porto come esempio le città dove ci sono molti scambi commerciali, rispetto a quelle più isolate. Queste ultime possono restare più rigide nelle proprie posizioni, mentre le città che si trovano nei crocevia degli scambi hanno più tolleranza e capacità di accoglienza. L’idea dell’Arte Terapia è che le persone strutturano, danno forma alle cose, che tuttavia possono essere anche destrutturate; ci può essere flessibilità.

Perché terapia? Si tratta di un intervento che dà alle persone flessibilità; qualunque sofferenza di tipo esistenziale, psicologica deriva da rigidità, dal non sapere uscire da risposte preformate. Il compito, quindi, della terapia è di aumentare i gradi di libertà, rendere più flessibili le persone, fornendo delle risposte alternative. L’arte è un processo collettivo, permette di fare gruppo, di condividere le proprie creazioni per creare un pensiero collettivo, condiviso da un gruppo di persone, le quali trovano un buon contenitore, un luogo sicuro per poter strutturare e dare forma alle cose, abbandonando le risposte preformate. L’arte è anche bellezza ed è accessibile a tutti. Per questo non valutiamo, come si fa a scuola, né interpretiamo il lavoro del gruppo, dando invece importanza alla costruzione, alla strutturazione di qualcosa, alla messa in scena degli attori che partecipano all’intervento. Ognuno, dal contatto con gli altri, si arricchisce e trova nuove possibilità per potersi esprimere e poter strutturare i propri contenuti interni.

A questo punto Aisha, con tono di sfida, dice più volte di non aver compreso la mia spiegazione.
Spesso le persone dicono di non capire quando non sono d’accordo. Un compagno cerca di spiegarle quello che ho detto con parole diverse. Ma Aisha non è soddisfatta: contesta la parola terapia. Strano, che questo avvenga in un servizio ASL, per quanto a bassa soglia, e dedicato agli adolescenti come lei. Mi viene in aiuto l’essere una terapeuta della famiglia. Le porto l’esempio della famiglia e degli apprendimenti inconsapevoli di ognuno al suo interno, che tornano involontariamente nei comportamenti. A questo punto Aisha sembra convinta del tema della flessibilità e della possibilità di avere a disposizione un maggior numero di scelte.

Si può ora delimitare tutte insieme il recinto sacro in cui iniziare la procedura di Arte Terapia. Dopo la prima fase fusionale, Aisha sarà la prima a prendere l’iniziativa di un gesto individuativo. Nella verbalizzazione finale, manifesterà apprezzamento per l’opera collettiva di apertura.

Opera collettiva multimediale (paraffina e colori su carta, suono vocale e riprese video realizzate dai partecipanti)